domenica 23 febbraio 2014

SUCCEDONO COSE STRANE

Succedono cose strane. Vuoi difendere una tua opinione personale, argomentata e spiegata più volte anche con scritti pubblici e vieni insultato. Vorresti poter dialogare affrontando differenti visioni delle questioni ma ti accusano di soffocare la libertà di pensiero. Non invadi mai gli spazi degli altri, pronunciando i tuoi pensieri solo sui tuoi luoghi e vieni accusato di molestare l’altrui libertà. Boh. Poi quando semplicemente esprimi una tua opinione ti accusano di esser depositario della verità assoluta. Verità assoluta? Si, se intendiamo la consapevolezza della sincerità del proprio pensiero fin quando non lo cambierai o perché un altro si presenterà più convincente  o perché saranno mutate le condizioni; no, se intendiamo l’assolutismo di considerare nostra l’unica verità nello scibile; ma in questa accusa è insito il germe stesso dell’assolutismo perché accusare di infallibilità presuppone il considerarsi supremi giudici della verità e della libertà. Ma questo, calandoci nel reale della fattispecie in esame, porta con se un germe vizioso perché mi sembra che la tanto inneggiata libertà di espressione sia valida solo e fin quando ti esprimi secondo il pensiero di questi accusatori disperdendosi poi in vapore per poi dissolversi rapidamente quando usciamo dai loro binari. Ma diradatasi codesta nebbia, ti accorgi che anche in casa propria non procede affatto tutto liscio; sei consapevole che desideri solo la giusta trafila del proporre, discutere e decidere ma poi vedi che antichi diritti di predominanza spuntano anche dove non penseresti mai di trovarli e sommergono qualsiasi speranza di collegialità e le cose vengono fatte in modo ben differente da quanto deciso e non importa se per un miglior fine e no; oppure ti accorgi che regole in un primo tempo condivise valgono solo per te mentre per altri no e che alla fine, una giusta e sana autocritica forse è veramente necessaria anche se non lo credevi davvero necessario. Succedono cose strane.  Come quando un ignoto e insignificante gruppo di Facebook suscita un tale polverone da sommergere la stessa capacità di considerare razionalmente ciò che viene veramente detto. Allora la carovana dei giustizieri senza macchia e senza paura ti marchiano di vernice come si usava fare con i poveri ebrei solo perché condividi un pensiero suo o perché hai cliccato, udite udite, un "mi piace" su di lui. Strano il "mi piace" diventato il moderno suggello di futura lapidazione! Allora sarai schernito e maltrattato e molti saranno coloro che si allontaneranno da te solo perché hai detto “sono d’accordo con lui” . Ma hai solo condiviso il pensiero di una persona o di un gruppo perché è aderente alla tua: ti tacciano di lesa maestà arrivando con una organizzazione a vele spiegate pronti a immolarti sulla (loro) libertà di opinione accusandoti addirittura di onnipotenza. E il cerchio non si chiude mai. Allora pensi che forse, delusi in ultimo da tutti, possiamo offrire il nostro cuore alla “vecchia guardia” di questo circo; invece no, la vecchia spesso si confonde con la nuova che in essa si rispecchia e ne è ricambiata; dimessa allora ogni speranza possiamo invocare il consolante silenzio. Non credo sapremo farlo. Succedono davvero cose strane, molto strane, molto.
Paolo Destro

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