Succedono cose strane. Vuoi difendere
una tua opinione personale, argomentata e spiegata più volte anche con scritti
pubblici e vieni insultato. Vorresti poter dialogare affrontando
differenti visioni delle questioni ma ti accusano di soffocare la libertà di
pensiero. Non invadi mai gli spazi degli altri, pronunciando i tuoi
pensieri solo sui tuoi luoghi e vieni accusato di molestare l’altrui libertà.
Boh. Poi quando semplicemente esprimi una tua opinione ti accusano di esser
depositario della verità assoluta. Verità assoluta? Si, se intendiamo la
consapevolezza della sincerità del proprio pensiero fin quando non lo cambierai
o perché un altro si presenterà più convincente
o perché saranno mutate le condizioni; no, se intendiamo l’assolutismo di
considerare nostra l’unica verità nello scibile; ma in questa accusa è insito
il germe stesso dell’assolutismo perché accusare di infallibilità presuppone il
considerarsi supremi giudici della verità e della libertà. Ma questo, calandoci
nel reale della fattispecie in esame, porta con se un germe vizioso perché mi
sembra che la tanto inneggiata libertà di espressione sia valida solo e fin
quando ti esprimi secondo il pensiero di questi accusatori disperdendosi poi in
vapore per poi dissolversi rapidamente quando usciamo dai loro binari. Ma diradatasi
codesta nebbia, ti accorgi che anche in casa propria non procede affatto tutto
liscio; sei consapevole che desideri solo la giusta trafila del proporre, discutere
e decidere ma poi vedi che antichi diritti di predominanza spuntano anche dove
non penseresti mai di trovarli e sommergono qualsiasi speranza di collegialità
e le cose vengono fatte in modo ben differente da quanto deciso e non importa
se per un miglior fine e no; oppure ti accorgi che regole in un primo tempo condivise
valgono solo per te mentre per altri no e che alla fine, una giusta e sana
autocritica forse è veramente necessaria anche se non lo credevi davvero
necessario. Succedono cose strane. Come quando un ignoto e insignificante
gruppo di Facebook suscita un tale polverone da sommergere la stessa capacità
di considerare razionalmente ciò che viene veramente detto. Allora la carovana
dei giustizieri senza macchia e senza paura ti marchiano di vernice come si
usava fare con i poveri ebrei solo perché condividi un pensiero suo o perché hai
cliccato, udite udite, un "mi piace" su di lui. Strano il "mi piace" diventato il moderno suggello di futura lapidazione! Allora sarai schernito e
maltrattato e molti saranno coloro che si allontaneranno da te solo perché hai
detto “sono d’accordo con lui” . Ma hai solo condiviso il pensiero di una
persona o di un gruppo perché è aderente alla tua: ti tacciano di lesa maestà
arrivando con una organizzazione a vele spiegate pronti a immolarti sulla
(loro) libertà di opinione accusandoti addirittura di onnipotenza. E il cerchio
non si chiude mai. Allora pensi che forse, delusi in ultimo da tutti, possiamo
offrire il nostro cuore alla “vecchia guardia” di questo circo; invece no, la
vecchia spesso si confonde con la nuova che in essa si rispecchia e ne è
ricambiata; dimessa allora ogni speranza possiamo invocare il consolante
silenzio. Non credo sapremo farlo. Succedono davvero cose strane, molto strane,
molto.
Paolo Destro
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