Così scrive dal suo profilo Facebook oggi 18 Febbraio 2014 il neurologo Dott. Massimiliano Calabrese:
"Cari amici, la COSTITUZIONE italiana conferisce al cittadino e SOLO A LUI la facoltà di scegliere il proprio medico curante in assoluta libertà. Questo e' un diritto inalienabile!!! In altre parole ognuno si fa curare da chi preferisce.
Ora sembra ci sia qualcuno che va dicendo ai pazienti che e' possibile essere curati SOLO presso la propria provincia di appartenenza.
QUESTA E' UNA GRANDISSIMA BALLA!!!!
Ripeto ognuno ha il diritto di scegliersi il proprio medico anche se questo Collega si trova a Pantelleria.
Per favore fatelo sapere a tutti i pazienti che conoscete.
Cercare di evitare la FUGA DEI PAZIENTI con questi mezzucci e' illegale oltre che puerile. Se un paziente scappa da un medico e' perche' si e' trovato male e questo dovrebbe indurre il medico ad un serio esame di coscienza.
POVERA ITALIA"
Giustissimo dottore, la disperazione di alcuni centri di Sclerosi Multipla, e senza fare nomi cito anche quello di Padova, si manifesta attraverso sistemi di coercizione psicologica fino ad arrivare a livelli difficilmente comprensibili e non posso spiegarmi in modo più realistico per evitare ulteriori problemi, ma di questo ne abbiamo ampia testimonianza dai pazienti tranquillamente disponibili, anzi desiderosi, di raccontarlo qualora ce ne fosse l'occasione. E tutto non perché si "sposi" questa o quella causa ma solo perché si ha difficoltà ad accettare eventuali scelte del paziente e comunque poi accettare di seguirlo. I diversi motivi li conosciamo purtroppo tutti bene e non è qui la sede per descriverli; la fuga dei pazienti, presto o tardi, più o meno lenta è comunque cosa inevitabile e consiglio umilmente alcuni dottori di ricordarsi cosa dovrebbe significare esserlo iniziando a considerare la persona che si ha davanti come tale e non come numero. Anche se probabilmente sei decisamente scettico sulla teoria della Ccsvi, Dottor Massimiliano, ti ringrazio per la tua visione aperta e così raramente fedele ad un vecchio e ormai così dimenticato testo scritto da un medico, geografo e aforista greco antico, considerato il padre della medicina, vissuto e morto a Larissa nel 377 a.C. di cui ormai mi sono stancato di scriverne l'abusato nome.
Paolo Destro
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