lunedì 31 agosto 2015

TRE POESIE

Ora guardami negli occhi e non temere il domani
ma tu lo sai e nel profondo istante dei tuoi occhi 
capisco ormai il segreto inizio di uno sguardo ormai stanco. 
Da sempre figuri lordi per periodi eterni invano latravano 
pensieri amari amati da peggiori menti che vogliono un futuro nero. 
Ahi, orrendi corvi loquaci! Mai vi inteneriste in cuore
mai vi lasciaste andare in uno sguardo di pura verità? 
Mai voleste una volta intravvedere un sogno di genuina felicità? 
Ormai rimane un soffio, uno sguardo solo sbirciato
riflesso solenne e perpetuo di un bruciante sentimento distrutto 
da un sordo richiamo di perenne umanità.



Camminiamo su un bordo molto stretto, il bordo della vita. 
A destra e a sinistra c'è il baratro. 
Alcuni vi guardano dentro e cadono. 
Noi dobbiamo camminare piano e in silenzio. 
Sperando di andare avanti senza sapere 
cosa ci sarà dopo e se ci sarà un dopo. 



Un infinito spazio vedrò come un tempo
il ricordo di tanti momenti lontani ma sempre lucidi e pieni 
avranno il riflesso di una dolce alba che ormai spenta
immagina di se ciò che non può più essere e così
camminando, sparire piano piano, sussurrando un dolce canto
un silenzio fatto di minimi brandelli di armonia 
che non udrò mai più, mai più.

Paolo Destro


giovedì 13 agosto 2015

PERSONALE..........

PERSONALE................

Guardando indietro non vedo, mi devo del tutto girare, allora un sole lontano mi scappa veloce, conoscevo quel tepore, ora non più, un ricordo lontano ormai spento ma tanto vivo da accendere una fiamma limpida e lontana, frammenti di una volta mi appaiono vicini ma lontani nel tempo trascorso fin troppo veloce, sempre felici, sempre caldi, e tenue è il loro colore ma per questo il dolore avvolge il loro ritorno, come per non sentirli, non vederli, anche se sai che mai più torneranno.
Amici freddi, inanimati passano, illuminati dal sole, oggetti che tali non sono ma forse strumenti per altre dimensioni dell’anima, a volte mi fanno parlare senza parole e sentire senza ascoltare ma le tenui vibrazioni, impercettibili sospiri di materiale sonoro, scavano profonde buche dentro cui è bello perdersi e accarezzare così il dolce eterno fluire di tutto il creato e quando anch'essi fuggono lontani, allora il distacco è ancora più crudele, partendo da qui si portano via anche un po’ di quell'anima con cui sono vissuti da me. E io mi perdo, mi perdo, mi perdo e la mia anima chiede il suo cibo, e io glielo darò, ascolterò il suo lacerante e silenzioso grido e fingerò di sorridere e di guardare avanti ma sempre dietro me, il caldo e lontano sole, con tutte le sue antiche meraviglie mi guarderà e si chiederà perché, almeno una volta, non sono rimasto con lui.
Prego che un brivido freddo, di gelido soffio non sferzi ancora una volta la mia anima, prego di ricordare, almeno in sogno, il caldo tepore di quel vecchio amico, prego di non ricordare le tante occasioni in cui una solida mano mi avrebbe fatto facilmente fermare, gli innumerevoli errori che solo io ho commesso, davanti ad una muta e laconica platea di anime che, con le lacrime agli occhi, hanno visto consumare il futuro.

................di Paolo Destro

martedì 11 agosto 2015

PERCHE L'ULTIMA CENA?

Perchè ho messo una foto dell'ultima cena di Leonardo Da Vinci come foto del mio diario? Perchè una volta ogni tanto possiamo affermare orgogliosamente la nostra Cristianità e la nostra straordinaria storia culturale. Noi siamo soprattutto questo, grande cultura, artistica, musicale, letteraria e religiosa. Raffigurazioni celebri si sprecano (oltre a Leonardo ricordiamo il Perugino, il Tintoretto, Tiziano, Rubens fino a Salvador Dali) per testimoniare un momento centrale della storia dell'umanità. Non solo l'arte figurativa ma anche la suprema delle arti, la musica, che ebbe probabilmente una delle sue grandi origini proprio quando Gesù e gli apostoli cantarono a conclusione dell'Ultima Cena (Mt 26,30; Mc 14,26). Sappiamo quale fu poi lo sviluppo e l'importanza nel mondo Occidentale della musica religiosa, liturgica, dai canti Gregoriani alle cattedrali inarrivabili della Messa in si minore di Bach, la Missa Solemnis di Beethoven ed i Requiem di Mozart e Giuseppe Verdi fino ad arrivare agli epigoni della Passio Domini nostri Jesu Christi secundum Joannem, il Magnificat, la Missa sillabica e la Berliner Messe del compositore estone Arvo Part. 

Questi siamo noi, questa è la nostra civiltà. 

Paolo Destro

domenica 9 agosto 2015

DISPERAZIONE, SOLDI E FINTA SCIENZA

Mi rivolgo ai malati che cercano una via di uscita dalla Sclerosi Multipla, ma anche da molte altre malattie per le quali cui ancora non esiste una cura definitiva: state attenti e documentatevi il più possibile in maniera autonoma. Parlo di realtà commerciali quali la Clinica privata EmCell o del protocollo Seven to Stand; ma di sicuro ne dimentico molte altre. Dovete rendervi conto che non vi è alcuna base scientifica per giustificare questi trattamenti che , tra l’altro, sono molto costosi: non fatevi ingannare dalla disperazione!
La EmCell, clinica privata di Kiev, è stata fondata dal Dott Smikodub che è l’autore di quasi tutte le pubblicazioni elencate come prova scientifica dei trattamenti che effettua; ma sono solo lavori osservazionali, provenienti dalla stessa fonte che esegue il trattamento e quindi senza alcuna vera valenza scientifica non avendo i requisiti di doppia cecità, multicentricità, randomizzazione e controllo da parte di un comitato etico esterno. Nel libro di Gianluca Ferraris e Ilaria Molinari “Le cellule della speranza” edito da Sperling e Kupfer (acquistabile su Amazon al link che trovate in nota)¹, gli autori del libro scrivono che “le affermazioni contenute sul sito web della clinica sono contestate dagli organismi di ricerca, visto che la clinica di Smikodub non ha mai prodotto risultati clinici o pubblicazioni comprovate” (op cit. pag 20). Come dicevo sopra, tutte le pubblicazioni del Dott Smikodub sono o esperienze di applicazioni (fatte da lui e riportate da lui), o tesi per conferenze, simposi o convegni²: nessuno di essi costituisce prova scientifica. Altro esempio, anche quando non è lo stesso Smikodub a produrre l’articolo, una pubblicazione sull’autismo nei bambini fatta da altri medici, lo studio “Efficacy of fetal stem cell transplantation in autism spectrum disorders: an open-labeled pilot study”³ anch’esso portato come prova di scientificità, evidenzia in realtà risultati contrastanti e gli stessi autori nell’abstract scrivono  “We recognize that the use of FSCs remains controversial for the present” (trad.: ci rendiamo conto che ad oggi l’utilizzo di cellule staminali fetali rimane controverso). Capirete quindi che qualche dubbio potremo pure averlo anche perché la scienza non si fa con i brevetti come pubblicizza EmCell nel suo sitoma con gli studi scientifici che devono essere a loro volta analizzati, commentati e comprovati anche da altri centri di ricerca, perché dobbiamo sapere che nemmeno uno studio scientifico serio può dare la patente di verità quando non è poi riprodotto Galileianamente da altri studi di pari livello.
Gli studi sulle staminali nel mondo ci sono e un domani potrebbe uscire qualcosa di veramente interessante, ma sostenereche una clinica è da molti anni che esegue questo trattamento con successo è un pochino eccessivo senza riuscire a produrre una vera documentazione scientifica a sostegno. Ugualmente, se ci rivolgiamo alla vita reale, dove sono le evidenze viventi? Dove sono le migliaia di pazienti miracolosamente risanati? Le loro testimonianze, che dovrebbero essere un torrente, che dico, un oceano, che fine hanno fatto? Come ciliegina sulla torta vi segnalo il sito http://www.butac.it/il-mercato-delle-cellule-staminali-embrionali-emcell/ e lo cito qui e non in nota perché è fondamentale che ci diate una letta per capire fino in fondo davanti a cosa ci troviamo. Credetemi, sono stato fin troppo moderato in questo mio articolo. Non cadiamo nel messaggio pubblicitario che vorrebbe indicarci una via d’uscita più breve!
Per quanto riguarda il protocollo Seven to Stand, cioè sette giorni per alzarsi (!!), c’è pochissimo da dire: anche qui mettono sotto gli occhi di tutti qualche foglio di un non preciso brevetto, l’assenza totale di qualsiasi pubblicazione e meno che mai di qualsiasi studio scientifico, la mancanza di comunicazione di qualsiasi dato, l’utilizzo di noti o meno noti testimonials, tra i quali uno in particolare che sostiene di stare meglio col protocollo Seven to Stand quando sappiamo per certo che invece ha fatto non molto tempo fa l’angioplastica dilatativa per correggere la sua condizione di Ccsvi con ottimi risultati. Ancora una volta: non cadiamo nel messaggio pubblicitario che vorrebbe indicarci una via d’uscita più breve!
A questo punto mi sorge una domanda: come è possibile che uno Stato non tuteli la salute e le tasche dei suoi cittadini? A che punto si può spingere la libertà di impresa? Vogliamo fare un controllo serio su quanto accade in alcuni laboratori o cliniche private? Perché solo gli ospedali pubblici devono essere sotto la lente di ingrandimento per tutelare la salute dei malati? Signora Lorenzin, può darmi una risposta?
Non proseguo oltre e non voglio entrare in una polemica che non porterei avanti: se si rispetta il diritto nazionale ed internazionale si è liberi di condurre attività privata d’impresa e ogni malato ha il diritto di scegliere liberamente dove curarsi; d’altra parte il nostro stato dovrebbe effettuare controlli preventivi per la sicurezza delle persone. Per quanto mi riguarda denuncio solo la mia forte perplessità a sottoporre delle persone a costosissimi trattamenti che non hanno ad oggi, purtroppo, alcuna validazione scientifica e possono essere invece potenzialmente pericolosi.
Fate fede a ciò che dice il vostro medico, fidatevi di lui, e documentatevi meglio magari leggendo il libro che vi ho citato più sopra o altri documenti che vorrete cercare.
 Poi, in fin dei conti, la pelle è vostra.
Paolo Destro

Note:
¹ “Le cellule della speranza” autori Gianluca Ferraris e Ilaria Molinari, edizioni Sperling e Kupfer.     Acquistabile online su: http://www.amazon.it/cellule-della-speranza-Verità-bugie/dp/8820049937/ref=sr_1_fkmr0_1?ie=UTF8&qid=1438985792&sr=8-1-fkmr0&keywords=Gianluca+Ferraris+e+Ilaria+Molinari+“Le+cellule+della+speranza