Uno sguardo in casa nostra. Premetto che tutto ciò che scrivo deve essere sempre visto in ottica costruttiva. In fondo qui lavoriamo tutti per uno scopo comune. O non del tutto? Avere una forte associazione nazionale rimane un requisito per me fondamentale; che poi questa associazione debba avere un profilo più o meno politically correct fa parte di una dialettica interna che porta all'espressione di un consiglio direttivo e di una presidenza. Ma stiamo attenti a non essere abbagliati dalle forze in campo che istituzionalmente abbiamo: avere tante sedi regionali costituite, non sempre vuole dire avere una azione capillare ed efficace localmente. Perchè? Perchè dipende da come viene svolta l'attività, se si hanno obiettivi mirati o meno, e se ci sono, qual'è l'entità dei benefici in rapporto alla fatica e alle risorse che si mettono in campo per conseguirli. Spesso ci si tranquillizza psicologicamente perchè "si è fatto un duro lavoro" o perchè "caspita mi sono fatto ore e ore al freddo..." ma poi il risultato reale? certo, goccia dopo goccia si riempie il vaso ma qui non possiamo perdere anni per riempirlo sto vaso! Ho avuto, in altri settori, esperienze di questo tipo: duro lavoro tra la gente ma poi l'esiguo raccolto destinato solo per finanziare le spese di funzionamento della delegazione locale. Ma come è possibile? Non dico che così capiti anche nella nostra associazione (non lo so non rivestendo io alcuna carica ) ma esorto a vigilare che non succeda. Perchè, vedete, secondo me il peggior pericolo che corriamo è di cadere in mano ai "professionisti dell'associazionismo" che sono innamorati della pura idea di associazione e di preservare in primis la sua vita. Non, si badi bene, per un illecito interesse economico ma solo per una suggestiva e romantica idea che però si scontra con la dura necessità in cui operiamo. Per ora la mia è solo una paura e un appello a vigiliare su questo a noi tutti, non solo a coloro che lo devono fare istituzionalmente. La nazionale deve certamente anche essere istituzionale, lavorare a proclami e comunicati ufficiali e lavorare anche sotto per preparare le strade e le scorciatoie da percorrere, e credo che la nostra così faccia. La sede territoriale deve lavorare su obiettivi reali, importanti anche se limitati territorialmente, non perdersi in attività laboriose, fintamente efficaci ma in sostanza irrilevanti. Cioè: spesso una associazione nazionale "deve" apparire, una sede regionale deve soprattutto operare. Adesso poi che una quota dell'scrizione va d'ufficio alla sede territoriale sarà imperativo vigilare che non cadiamo nel pericolo che ho sopra descritto: se invece questa mia paura non corrisponde alla realtà, benissimo, vuol dire che al più presto vedremo realizzati importanti progetti regionali a 360° e orgogliosamente evidenziati anche dall'associazione nazionale come avvenuto, ad esempio, per la fantastica attività delle sezioni Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia e chiedo venia in anticipo se non ne ho citate altre.
Cordiali saluti.
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