martedì 3 luglio 2012

MA QUANTO DURA LA FESTA?

Oggi stiamo assistendo ad una bella festa. È una festa a cui forse parteciperemmo volentieri anche noi se non fossimo costretti a farlo. Se fosse una libera scelta. Tutto questo parte dalla domanda su cosa vuol dire "tutelare la salute dei malati". Da un lato significa favorire e spingere le cure che potrebbero risolvere o alleviare determinate patologie; e su questo, noi già sappiamo quanto la sanità nel nostro paese sia claudicante. Dall'altro lato, significa anche vigilare che nessuno minacci l'incolumità fisica delle persone. E come farlo? Chiedendo informazioni e, se necessario, obbligando a darle. Perche' tutti siamo bravi belli e buoni a parole, ma poi, nei fatti e nel nome della libera iniziativa tutto viene permesso. Che ne sappiamo riguardo le casistiche nelle strutture private che intervengono sulla Ccsvi? Siamo sicuri che tutto si svolga con correttezza deontologica anche minima? E chi ce lo deve dire? Chi deve essere controllato? No, non mi sta bene. Perche' è molto facile raccontare quanto si è bravi quando ti è così facile giocare con la disperazione del malato, che crede in te anche se qualcosa magari va storto. No, non mi va, non ci sto. Mio malgrado, al momento,non sono contrario alle strutture private in quanto hanno una ragione di esistere in questo vergognoso e desolante panorama sanitario pubblico, in cui cittadini di ogni categoria e età vengono completamente abbandonati alle chimere del dio euro. Ma vorrei che fossero vivacemente invitati a fornire dei dati. Possono operare senza concorrenza e va bene, ma devono manifestare cosa, come e quanto fanno. E che risultati hanno. Questo dovrebbe pretendere un normale ministero della salute, se tutelasse veramente la salute fisica delle persone e non la salute economica di alcuni. Avremmo poi una banca dati interessante che ne oggi e ne domani avremo dalle strutture private. Del resto, la salute non viene certo tutelata soprattutto dagli organismi pubblici, lo so. Basta vedere l'evidente pericolosità di farmaci quali il tysabri, i cui effetti collaterali mortali hanno fatto gia ritirare dal mercato nel passato molti altri farmaci con simili casistiche e si badi bene, sempre a seguito di inchieste e cause private, mentre invece nei nostri ospedali questi farmaci vengono comunque allegramente somministrati e quasi caldeggiati ai pazienti quasi come si fa con l'ultima batteria di pentole dalle straordinarie caratteristiche. No, non va bene; da un lato abbiamo la paralisi quasi totale dell'attività interventistica, dall'altro abbiamo certamente la continuità delle cure ma da parte di valenti medici che, per essendo pienamente e legalmente nella possibilità di intervenire, sfidano l'ostruzionismo dei colleghi e dei reparti di neurologia, pronti a piombare sulle loro carriere qualora qualcosa andasse storto, e per finire, ma non per ultimi, abbiamo un'orgia interventistica con i vari maghi Silvan e i vari Superman che passano ore davanti al tavolo del trucco per apparire sempre piu belli e per macinare quanti più pazienti possibili. Fate fate, attenti pero' che prima o poi la festa finisce.

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