mercoledì 21 marzo 2012

IL DIALOGO COL NEUROLGO

Discutendo oggi su Internet, riporto quanto detto da una persona, a seguito di una visita col proprio neurolgo, in merito al problematico rapporto con i nostri medici che fino ad oggi (...ieri??) stanno sul ponte di comando della malattia di cui ci occupiamo."Si puo' e si deve andare oltre alla semplice voglia di protagonismo ! Le cose che valgono sono ben altre, tipo quello di far capire ai neurologi che non hanno piu' scampo ( anche se già lo sanno ), se in un primo tempo c'è stato Comi a legar loro le mani ora ci siamo noi che li poniamo di fronte alla realtà....e ripeto che un colloquio con loro riguardo la CCSVI vale molto di piu' che pronunciare la frase: ho fatto la PTA !"
Ha ragione e secondo me, col neurologo è fondamentale spostare la discussione da uno sterile campo personalistico in cui avremmo esaurito il nostro tempo discutendo sul "hai fatto bene...hai fatto male...." ad un ambito generale dove si possa sostenere e argomentare la scoperta di Zamboni e contestare la validità di studi che di scientifico poco o nulla hanno (penso ad esempio a Cosmo, a Baracchini a Padova...). Perchè quando siamo nei loro studi medici dobbiamo fargli capire che siamo un movimento che le cose le conosciamo e le capiamo e non solo dei malati isolati che pensano solo alla propria pelle, comportamento che, senza studi rigorosi e dimostrati scientificamente, disperde nel nulla, ribadisco nel NULLA, il fatto di essersi curati con la terapia Zamboni: perchè è questo che oggi accade, purtroppo dobbiamo rendercene conto: è giusto fare la Pta, ed è giusto farla tramite Ssn, perchè è doveroso far di tutto per star meglio e fermare la malattia; ma far progredire la scienza medica per il benessere di tutti i malati è tutt'altra cosa. Ogni giorno ho la concreta dimostrazione che, purtroppo, anche 3000 pta fatte un pò qua e un pò là, un pò tramite Ssn e un pò in strutture private, per la medicina ufficiale (ed è questa che oggi abbiamo, volenti o nolenti ed è con lei che ci dobbiamo confrontare) non contano quasi nulla. Bisogna, e già lo sappiamo, procedere e portare a termine le ricerche grandi e meno grandi che possano esser sbattute sui tavoli senza timore di smentita. Guardate che è l'unico modo. E questo devono saperlo anche i nostri medici. Non conta altro.

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