lunedì 19 marzo 2012

LA CORSA DELLA SPERANZA

"Emozione.... Un anno fa festeggiavo il compleanno del mio piccolo trascinandomi la gamba dx e avevo il torace fasciato, ma ero contenta lo stesso ...la gente mi guardava triste... é stata la mia ultima ricaduta, ora sto bene e oggi festeggerò il compleanno del mio amore correndo !!!!!!" Così scrive Romina su Facebook. E mi metto a riflettere. E penso che moltissimi stanno scrivendo cose simili. E credo che oggi, domani, dopodomani ci saranno invece persone che diranno che no, non è così. Ti diranno non devi pensare questo, non va bene. Che non esiste quello che pensi. Allora dici bugie, temi per quello che succederà, non alla tua malattia, che dorme, che forse non c'è più, ma per le risposte che non avrai più, per le persone, i tuoi medici, che avresti voluto avere con te e invece li vedi e li senti come nemici ed hai ragione per sentilrli così. Ma invece tutto questo esiste. Esitono le persone come Romina che combattono per la loro vita. Esistono altri che corrono per conservare il loro benessere. Romina oggi corre assieme al suo piccolo; lei corre e anche lui corre forse finalmente verso un futuro che sarà davvero libero dalla Sclerosi Multipla. Perchè sappiamo bene che più si rallenta e più i piccoli rischieranno di fermarsi e non correre più se anche a loro toccherà questo destino. Allora chi vogliamo far correre? Chi vuole soffocare anche un solo giorno di speranza, un solo giorno di corsa, non merita nessuna considerazione, nessuna mediazione, nessuna, infine, pietà. Diventa il vero nemico, diventa il vero uomo nero dei nostri incubi infantili. Mi hanno sempre insegnato che l'uomo nero si sconfigge voltandogli le spalle, svuotandolo della sua importanza. Ecco, isoliamoli, rendiamoli superflui, non esaltiamoli con l'insulto; sarebbe troppo per loro. Non perdiamo mai di vista la strada, guarda che puoi correre, il sentiero l'hanno segnato e non basterà un pò di polvere per cancellarlo; allora alza la testa, stira le gambe e parti sicura. Non saremo noi che smetteremo di correre. Lo giuro.

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