giovedì 21 gennaio 2016

A TE, MALATO DI SCLEROSI MULTIPLA

Quando il finto voler bene si avvicina al più sordido egoismo? Sempre, se parliamo di sclerosi multipla; sempre, quando ti accorgi che le persone ti scrutano per scorgere la malattia e la cercano in te per averne terrore, come se fosse un bieco divertimento sadomasochista, anche perchè poi li vedi rincasare sicuri nel loro tiepido tepore di rassicurante normalità; sempre, quando sono tra le persone più vicine, i cosiddetti consanguinei che sto imparando a riconoscere più come tocchi crudi di carne macilenta che non esseri viventi senzienti. E allora ti accorgi che è meglio mentire, meglio dire che non hai nulla e poco importa se prima conoscevano il contrario: l'ignoranza è tale che puoi raccontare come una sola pastiglia di aspirina ti abbia miracolosamente liberato da tale morbo, oppure in certi casi, fare intervenire la Madonna di Lourdes con tutta la sua grotta forse è anche più efficace. Ti accorgerai allora, o malato di sm, che la tua vita sarà più leggera, gli incontri più soavi e i sorrisi più schietti, sarai riammesso nella società di chi non fa star male, sarai invitato al banchetto di chi non ha problemi; certo, ti mancherà a volte il sorrisetto pietoso, la telefonatina dietro le spalle di commiserazione, lo sguardo buonista caritatevole che tante volte ti ha accompagnato. Pazienza; forse ti ammalerai ancora, non temere.

Paolo Destro

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