Due parole riguardo all'articolo "Salute: il rapporto tra medici e case farmaceutiche" uscito su Neurology Clinical Practice e riportato da Alessandro Rasman su Mediterranews.
Apprezzo più il suo commento, che vi invito a leggere, che non il significato dell'articolo stesso. Quanti neurologi avranno preso soldi? Ma visto che il neurologo è un professionista che può anche essere lecitamente pagato per consulenze, mi chiedo: quanti neurologi hanno mutato il loro convincimento e quindi la loro scelta di cura per il paziente grazie alle elargizioni monetarie delle case farmaceutiche? Io credo molti. E qui sta il dolo. Ed è per questo che è, e sarà sempre molto difficile se non impossibile, provare legalmente il condizionamento economico. Ma non c'è solo la dazione di denaro o di altri favori materiali; c'è anche il fenomeno che io chiamo "la cascata", cioè l'allineamento totale dei medici giovani a quello che impone il primario per paura di avere la carriera stroncata senza per questo che abbiano mai, loro, ricevuto denari. Quindi rimarremo con la domanda di Rasman orfana di una risposta che possa avere qualche risvolto pratico (legale). Ma eticamente sappiamo bene che purtroppo è così. E lo sa molto bene anche la più grande delle associazioni che si occupa di Sclerosi Multipla, l'Aism; ne conosce molto bene il meccanismo. Quindi mi sta bene dialogare con i neurologi, sono medici e si occupano professionalmente della malattia che seguiamo anche noi: non possiamo non dialogare con loro, a volte anche in modo molto tumultuoso. Ma con una associazione come Aism no. Hanno fatto di tutto per distruggere ogni visione contrastante con quella delle case farmaceutiche mettendo in campo una forza economica e mediatica imponente. Allora che stesse fuori, per me non c'è dialogo, c'è la sua dissoluzione così come è oggi: questa è sempre stata la mia convinzione e tutt'ora lo è; e non tiratemi fuori che Aism è utile per tante cose: dovrebbe essere lo stato a farlo e non una associazione privata. Quindi chi prende i soldi? Non lo sappiamo. C'è solo una certezza, sempre e comunque quella: la certezza di chi paga.
Salute: il rapporto tra medici e case farmaceutiche
Apprezzo più il suo commento, che vi invito a leggere, che non il significato dell'articolo stesso. Quanti neurologi avranno preso soldi? Ma visto che il neurologo è un professionista che può anche essere lecitamente pagato per consulenze, mi chiedo: quanti neurologi hanno mutato il loro convincimento e quindi la loro scelta di cura per il paziente grazie alle elargizioni monetarie delle case farmaceutiche? Io credo molti. E qui sta il dolo. Ed è per questo che è, e sarà sempre molto difficile se non impossibile, provare legalmente il condizionamento economico. Ma non c'è solo la dazione di denaro o di altri favori materiali; c'è anche il fenomeno che io chiamo "la cascata", cioè l'allineamento totale dei medici giovani a quello che impone il primario per paura di avere la carriera stroncata senza per questo che abbiano mai, loro, ricevuto denari. Quindi rimarremo con la domanda di Rasman orfana di una risposta che possa avere qualche risvolto pratico (legale). Ma eticamente sappiamo bene che purtroppo è così. E lo sa molto bene anche la più grande delle associazioni che si occupa di Sclerosi Multipla, l'Aism; ne conosce molto bene il meccanismo. Quindi mi sta bene dialogare con i neurologi, sono medici e si occupano professionalmente della malattia che seguiamo anche noi: non possiamo non dialogare con loro, a volte anche in modo molto tumultuoso. Ma con una associazione come Aism no. Hanno fatto di tutto per distruggere ogni visione contrastante con quella delle case farmaceutiche mettendo in campo una forza economica e mediatica imponente. Allora che stesse fuori, per me non c'è dialogo, c'è la sua dissoluzione così come è oggi: questa è sempre stata la mia convinzione e tutt'ora lo è; e non tiratemi fuori che Aism è utile per tante cose: dovrebbe essere lo stato a farlo e non una associazione privata. Quindi chi prende i soldi? Non lo sappiamo. C'è solo una certezza, sempre e comunque quella: la certezza di chi paga.
Nessun commento:
Posta un commento