Piccola riflessione: ma come può
esserci un dialogo con Aism e i suoi dirigenti? .....solo perdita di tempo. Il
potere dei soldi non contempla il dialogo purtroppo. Questo percorso porta
fuori strada. Blandire il nemico ed esserne blanditi è molto pericoloso. Le
attuali associazioni Ccsvi certamente non sono in grado di fare assistenza ai
pazienti, ciò che fa Aism, ma la soluzione non è quella di salvare Aism per
questo ma di indurre ad una rifondazione della stessa anche attraverso ad una
sua fine per lenta consunzione magari. Lenta, difficile ma direttamente
proporzionale alle tempistiche degli studi che riveleranno l'efficacia dei
trattamenti della Ccsvi. E poi, diciamolo, sarebbe ora di finirla in questo
paese di vedere associazioni private che cercano di surrogare le funzioni che
dovrebbe avere lo stato; rendiamoci conto esse sono pur sempre legate ad una
logica di profitto; come ha ben detto Stefania Calledda “Aism ha costruito il
suo impero diventando una sacca clientelare, laddove era invece necessario che
gli stessi servizi li garantisse lo stato, che gli operatori fossero
selezionati tramite concorso pubblico e assoggettati alla retribuzione prevista
dalla contrattazione collettiva per questo settore. Le associazioni, che sono
enti privati, sono necessariamente inclini a cercare aumenti di fatturato per finanziarsi
e dunque il servizio dato non sarà mai libero e svincolato dalla sua necessità
finanziaria”. Il dialogo con Aism così
come è adesso ci allontana dal nostro obiettivo, o almeno da quello che è il
mio e della Fondazione a cui appartengo che è quello di arrivare al
riconoscimento nei Lea della Ccsvi e il suo conseguente trattamento in ospedali
pubblici attraverso la creazioni di centri di eccellenza controllati e sicuri.
Da questo ultimo pensiero me ne sorge un altro: qualcuno sostiene che un medico
che opera privatamente non deve dare spiegazioni del suo operato. Beh, secondo
me questa è una grande sciocchezza. Un medico, pubblico o privato, deve sempre
rendere conto di quello che fa! Lo deve fare di fronte ai pazienti e di fronte
alle leggi. È proprio attraverso questa aberrante affermazione che vengono
compiuti i peggiori danni verso i pazienti. Ed è per questo che ribadisco la
mia opinione di preferire assolutamente il medico che opera in pubblico dove la
situazione è trasparente, dove la decisione di intervenire, come e quando
farlo, non corre il rischio di essere influenzata da logiche aliene al puro
interesse per la salute del paziente. E qui ritorniamo in sintonia con quanto
scritto poco sopra.
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