Oggi una breve lettera rivolta a
tutti quei neurologi, e ci sono, che continuano a considerarsi Medici, che
nonostante tutto, pensano al bene per il paziente e a mantenere un rapporto con
lui. Abbiamo bisogno di voi! Lo so che è difficile, scomodo e pericoloso, ma
non dovete mollare. Se i pazienti verranno trattati da persone, libere anche di
scegliere le cure che desiderano ma con la consapevolezza che, nonostante
tutto, il loro neurologo, Medico, continuerà a stare a loro fianco, ciò che costruirete
avrà un grande valore. Col vostro coraggio, il disastro della gran parte della
neurologia nazionale emergerà come una forte voce di accusa e di denuncia
contro coloro che vedono come obiettivo solo il potere e i soldi, e questo li
renderà soli e alla fine li spoglierà del tutto e nessun titolo, nessuna
poltrona garantirà loro di potersi chiamare Medico perché non hanno più coraggio di scendere a fianco dei loro pazienti,
rifuggono dal dialogo, temono il confronto. Anche ora, in questo momento, ci
staranno leggendo e li sfido a scrivere una loro opinione. Non lo faranno.
Tacciono, ci chiudono la bocca. Invece noi avremmo bisogno di neurologi come voi
che accettano il dialogo e giustamente espongono le loro convinzioni, anche
contrarie alle nostre. Ma quando chi dietro il suo pensiero ha solo tutto
fuorché la scienza e il bene per il paziente, con lui il dialogo diventa
difficile. Il paziente di Sclerosi multipla
ha bisogno del suo neurologo. Oggi molto spesso questo rapporto si è rotto. Operarsi
di Ccsvi è una strada che molti pazienti hanno scelto di intraprendere, a volte
anche contro coloro che stanno studiando questa patologia, ed è un diritto che
hanno perché le evidenze viventi, come le chiama un mio caro amico, ci sono e
sono molte, ma non per questo devono esser lasciati soli dal proprio medico. Voi
che la pensate così andate avanti, vi sosterremo. Gli altri, riflettano molto
bene su quello che stanno facendo.
Chiedo alle "evidenze viventi" che siano anche miei pazienti di venire a farsi visitare. In caso contrario rischio di ritenere che l'intervento, quantomeno al di fuori del protocollo Brave Dreams, sia inefficace, se a venire a controllo, ammettendo di avere eseguito l'angioplastica, sono solo i pazienti delusi.
RispondiEliminaAlessandra Lugaresi
Centro SM di Chieti
sclerosimultipla@unich.it
Gentile Signora Lugaresi, ha ragione, il problema è proprio questo che lei ha sottolineato e che accade in molti centri di SM. I molti pazienti che fanno l'intervento e hanno giovamento temono di dirlo ai loro neurologi ad esclusione dei casi in cui l'intervento non ha funzionato (i motivi possono essere molteplici e tutti spiegabili ma non in questa sede). Allora il paziente deluso parla col suo neurologo perchè in questo caso ha la certezza di avere il suo appoggio. Ma questo atteggiamento dei pazienti è proprio figlio del clima ostile che la maggior parte delle neurologie ha creato. Mi creda, parlo per conoscenza diretta di moltissimi casi. Mi consenta infine un piccolo rilievo: vede, Signora, anche la sua sottile ironia (che tende a sfociare in un appena accennato disprezzo) con la quale ha utilizzato l'espressione "evidenze viventi", rende ancora più esplicito e chiaro quanto ho scritto nel post. Parliamo di persone, di pazienti...non di numeri.
EliminaCordiali saluti.
Paolo Destro