Quando il finto voler bene si avvicina al più
sordido egoismo? Sempre, se parliamo di sclerosi multipla; sempre, quando ti
accorgi che le persone ti scrutano per scorgere la malattia e la cercano in te
per averne terrore, come se fosse un bieco divertimento sadomasochista, anche
perchè poi li vedi rincasare sicuri nel loro tiepido tepore di rassicurante
normalità; sempre, quando sono tra le persone più
vicine, i cosiddetti consanguinei che sto imparando a riconoscere più come
tocchi crudi di carne macilenta che non esseri viventi senzienti. E allora ti
accorgi che è meglio mentire, meglio dire che non hai nulla e poco importa se
prima conoscevano il contrario: l'ignoranza è tale che puoi raccontare come una
sola pastiglia di aspirina ti abbia miracolosamente liberato da tale morbo,
oppure in certi casi, fare intervenire la Madonna di Lourdes con tutta la sua
grotta forse è anche più efficace. Ti accorgerai allora, o malato di sm, che la
tua vita sarà più leggera, gli incontri più soavi e i sorrisi più schietti,
sarai riammesso nella società di chi non fa star male, sarai invitato al
banchetto di chi non ha problemi; certo, ti mancherà a volte il sorrisetto
pietoso, la telefonatina dietro le spalle di commiserazione, lo sguardo
buonista caritatevole che tante volte ti ha accompagnato. Pazienza; forse ti
ammalerai ancora, non temere.
Paolo Destro