PERSONALE................
Guardando indietro non vedo, mi devo del tutto
girare, allora un sole lontano mi scappa veloce, conoscevo quel tepore, ora non
più, un ricordo lontano ormai spento ma tanto vivo da accendere una fiamma
limpida e lontana, frammenti di una volta mi appaiono vicini ma lontani nel
tempo trascorso fin troppo veloce, sempre felici, sempre caldi, e tenue è il
loro colore ma per questo il dolore avvolge il loro
ritorno, come per non sentirli, non vederli, anche se sai che mai più
torneranno.
Amici freddi, inanimati passano, illuminati dal
sole, oggetti che tali non sono ma forse strumenti per altre dimensioni
dell’anima, a volte mi fanno parlare senza parole e sentire senza ascoltare ma
le tenui vibrazioni, impercettibili sospiri di materiale sonoro, scavano
profonde buche dentro cui è bello perdersi e accarezzare così il dolce eterno
fluire di tutto il creato e quando anch'essi fuggono lontani, allora il
distacco è ancora più crudele, partendo da qui si portano via anche un po’ di
quell'anima con cui sono vissuti da me. E io mi perdo, mi perdo, mi perdo e la
mia anima chiede il suo cibo, e io glielo darò, ascolterò il suo lacerante e
silenzioso grido e fingerò di sorridere e di guardare avanti ma sempre dietro
me, il caldo e lontano sole, con tutte le sue antiche meraviglie mi guarderà e
si chiederà perché, almeno una volta, non sono rimasto con lui.
Prego che un brivido freddo, di gelido soffio non
sferzi ancora una volta la mia anima, prego di ricordare, almeno in sogno, il
caldo tepore di quel vecchio amico, prego di non ricordare le tante occasioni
in cui una solida mano mi avrebbe fatto facilmente fermare, gli innumerevoli
errori che solo io ho commesso, davanti ad una muta e laconica platea di anime
che, con le lacrime agli occhi, hanno visto consumare il futuro.
................di Paolo Destro
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