Mi rivolgo ai malati che cercano
una via di uscita dalla Sclerosi Multipla, ma anche da molte altre malattie per
le quali cui ancora non esiste una cura definitiva: state attenti e
documentatevi il più possibile in maniera autonoma. Parlo di realtà commerciali
quali la Clinica privata EmCell o del protocollo Seven to Stand; ma di sicuro
ne dimentico molte altre. Dovete rendervi conto che non vi è alcuna base
scientifica per giustificare questi trattamenti che , tra l’altro, sono molto
costosi: non fatevi ingannare dalla disperazione!
La EmCell, clinica privata di
Kiev, è stata fondata dal Dott Smikodub che è l’autore di quasi tutte le
pubblicazioni elencate come prova scientifica dei trattamenti che effettua; ma
sono solo lavori osservazionali, provenienti dalla stessa fonte che esegue il
trattamento e quindi senza alcuna vera valenza scientifica non avendo i
requisiti di doppia cecità, multicentricità, randomizzazione e controllo da
parte di un comitato etico esterno. Nel libro di Gianluca Ferraris e Ilaria
Molinari “Le cellule della speranza” edito da Sperling e Kupfer (acquistabile
su Amazon al link che trovate in nota)¹, gli autori del libro scrivono
che “le affermazioni contenute sul sito web della clinica sono contestate dagli
organismi di ricerca, visto che la clinica di Smikodub non ha mai prodotto
risultati clinici o pubblicazioni comprovate” (op cit. pag 20). Come dicevo
sopra, tutte le pubblicazioni del Dott Smikodub sono o esperienze di applicazioni
(fatte da lui e riportate da lui), o tesi per conferenze, simposi o convegni²:
nessuno di essi costituisce prova scientifica. Altro esempio, anche quando non
è lo stesso Smikodub a produrre l’articolo, una pubblicazione sull’autismo nei
bambini fatta da altri medici, lo studio “Efficacy of fetal stem cell
transplantation in autism spectrum disorders: an open-labeled pilot study”³
anch’esso portato come prova di scientificità, evidenzia in realtà risultati
contrastanti e gli stessi autori nell’abstract scrivono “We recognize that the use of FSCs remains
controversial for the present” (trad.: ci rendiamo conto che ad oggi l’utilizzo
di cellule staminali fetali rimane controverso). Capirete quindi che qualche
dubbio potremo pure averlo anche perché la scienza non si fa con i brevetti come
pubblicizza EmCell nel suo sito⁴ ma con gli studi scientifici che
devono essere a loro volta analizzati, commentati e comprovati anche da altri
centri di ricerca, perché dobbiamo sapere che nemmeno uno studio scientifico
serio può dare la patente di verità quando non è poi riprodotto Galileianamente
da altri studi di pari livello.
Gli studi sulle staminali nel
mondo ci sono e un domani potrebbe uscire qualcosa di veramente interessante,
ma sostenere⁵
che una clinica è da molti anni che esegue questo trattamento con
successo è un pochino eccessivo senza riuscire a produrre una vera
documentazione scientifica a sostegno. Ugualmente, se ci rivolgiamo alla vita
reale, dove sono le evidenze viventi? Dove sono le migliaia di pazienti
miracolosamente risanati? Le loro testimonianze, che dovrebbero essere un
torrente, che dico, un oceano, che fine hanno fatto? Come ciliegina sulla torta
vi segnalo il sito http://www.butac.it/il-mercato-delle-cellule-staminali-embrionali-emcell/
e lo cito qui e non in nota perché è fondamentale che ci diate una letta per capire
fino in fondo davanti a cosa ci troviamo. Credetemi, sono stato fin troppo
moderato in questo mio articolo. Non cadiamo nel messaggio pubblicitario che
vorrebbe indicarci una via d’uscita più breve!
Per quanto riguarda il protocollo
Seven to Stand, cioè sette giorni per alzarsi (!!), c’è pochissimo da dire:
anche qui mettono sotto gli occhi di tutti qualche foglio di un non preciso
brevetto, l’assenza totale di qualsiasi pubblicazione e meno che mai di
qualsiasi studio scientifico, la mancanza di comunicazione di qualsiasi dato,
l’utilizzo di noti o meno noti testimonials, tra i quali uno in particolare che
sostiene di stare meglio col protocollo Seven to Stand quando sappiamo per
certo che invece ha fatto non molto tempo fa l’angioplastica dilatativa per
correggere la sua condizione di Ccsvi con ottimi risultati. Ancora una volta: non
cadiamo nel messaggio pubblicitario che vorrebbe indicarci una via d’uscita più
breve!
A questo punto mi sorge una
domanda: come è possibile che uno Stato non tuteli la salute e le tasche dei
suoi cittadini? A che punto si può spingere la libertà di impresa? Vogliamo
fare un controllo serio su quanto accade in alcuni laboratori o cliniche
private? Perché solo gli ospedali pubblici devono essere sotto la lente di
ingrandimento per tutelare la salute dei malati? Signora Lorenzin, può darmi
una risposta?
Non proseguo oltre e non voglio
entrare in una polemica che non porterei avanti: se si rispetta il diritto
nazionale ed internazionale si è liberi di condurre attività privata d’impresa
e ogni malato ha il diritto di scegliere liberamente dove curarsi; d’altra
parte il nostro stato dovrebbe effettuare controlli preventivi per la sicurezza
delle persone. Per quanto mi riguarda denuncio solo la mia forte perplessità a
sottoporre delle persone a costosissimi trattamenti che non hanno ad oggi,
purtroppo, alcuna validazione scientifica e possono essere invece
potenzialmente pericolosi.
Fate fede a ciò che dice il
vostro medico, fidatevi di lui, e documentatevi meglio magari leggendo il libro
che vi ho citato più sopra o altri documenti che vorrete cercare.
Poi, in fin dei conti, la pelle è vostra.
Paolo Destro
Note:
¹ “Le
cellule della speranza” autori Gianluca Ferraris e Ilaria Molinari, edizioni
Sperling e Kupfer. Acquistabile
online su: http://www.amazon.it/cellule-della-speranza-Verità-bugie/dp/8820049937/ref=sr_1_fkmr0_1?ie=UTF8&qid=1438985792&sr=8-1-fkmr0&keywords=Gianluca+Ferraris+e+Ilaria+Molinari+“Le+cellule+della+speranza
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