Il sipario di solito va chiuso o
aperto. Oggi invece crolla. Chi ci rimarrà sotto? Seguitemi due minuti.
Per saperlo parliamo di quanto
pubblicato qualche giorno fa dalla rivista scientifica Veins & Lymphatics
col titolo “Come valutare oggettivamente l’ostruzione venosa primaria delle
giugulari” di Paolo Zamboni che riprende la lettera dello stesso Professore di
Ferrara mai pubblicata dalla rivista Lancet contenente diverse obiezioni
tecniche metodologiche allo studio Canadese “Insufficienza venosa cronica
cerebrospinale nella sclerosi multipla: il sipario finale”, lettera che Zamboni
aveva inviato ben 11 mesi fa alla rivista sopra citata che aveva pubblicato lo
studio. Comportamento alquanto strano che puzza proprio di boicottaggio e
sappiamo bene quanto forti siano in Canada le forze ostili alla Ccsvi.
Ricordiamo grossolanamente che i
Canadesi avevano concluso con il loro studio che le vene del collo con le
stenosi sono comuni nelle persone sane come in quelle malate di sclerosi
multipla.
Zamboni risponde che lo studio
canadese aveva dei limiti metodologici che non permettono di distinguere tra
soggetti normali e soggetti con sclerosi multipla perché per valutare le
persone hanno usato un criterio mai pubblicato, in alternativa alla classica
misurazione del diametro nel segmento immediatamente precedente il punto più
stretto. Hanno misurato la stenosi su tutta la lunghezza della vena giugulare
interna, confrontando il diametro massimo con il punto più stretto. È stato
dimostrato, dai risultati anatomici sui normali, scrive Zamboni, come il
diametro del bulbo giugulare supera normalmente il 50% del diametro minimo
della vena giugulare interna, dimostrando chiaramente il motivo per cui i
ricercatori canadesi non hanno trovato differenze significative tra le persone
con sclerosi multipla, i loro fratelli e i controlli sani non imparentati. Ma
c’è ben altro, e vi invito ad andare a leggere l’articolo più esteso a questo
link (http://www.estense.com/?p=430624) o, per chi conosce
l'inglese, il testo originale (http://www.pagepressjournals.org/…/article/view/vl.2014.4195).
11 mesi perché il mondo
scientifico conoscesse che lo studio Canadese che faceva franare la Ccsvi,
molto pubblicizzato, aveva fondamenta d’argilla così fragili da sgretolarsi con
un soffio. Oggi lo studio si sta sciogliendo sotto il proprio peso ma viene
curiosamente ripreso e sostenuto in maniera assolutamente antiscientifica su
alcune pagine di Facebook, noto ambiente dove pubblicare documenti scientifici.
Quando vi trovate davanti ad un medico che vuole anche darsi il titolo di
ricercatore guardate sempre cosa ha pubblicato e dove scrive; infine traetene
le conseguenze.
Il sipario crolla sotto il peso di 13 studi su 19 che
confermano la teoria della Ccsvi e 3 riviste di meta-analisi che concordano nel
confermane i dati: a rimanere sotto sono i Canadesi….........e qualche
Siciliano.