domenica 29 giugno 2014

UNA BUONA NOTIZIA DA LEONARDO RUBINI


Leggo una bella notizia. Affrontare il tema della vitamina D è sicuramente importante: ricordiamoci di quanto dicevamo a tutti qualche anno fa, cioè di aprire la mente ai possibili nuovi punti di vista sulla Sclerosi Multipla (Ccsvi); lo voglio ricordare anche oggi, ma farlo come viene prospettato dai soliti dilettanti della medicina fai da te mi scoraggia non poco. Per fortuna Leonardo sta facendo sul serio perché mi sembra non voglia assolutamente sostituirsi ai medici ma anzi lavora per cercarli. Quindi ben venga questo progetto in Italia, specie se concepito in questo modo. Vi invito ad andare a leggere l’articolo sul suo blog per i dettagli. Mi piace specialmente quest’ultima parte: “Arrivisti, interessati solo ai soldi, "cambiatori" di metodi secondo la moda, vecchi tromboni e professionisti poco disposti al bene del prossimo sono invitati a non farsi avanti. Perderemmo tutti del tempo prezioso, dato che andare in Brasile non significa automaticamente avere dei pazienti dopo, visto che il comportamento dei medici sarà continuamente monitorato da noi pazienti e chi farà male rimarrà senza, com'è giusto che sia in un sistema che funziona.” Bene, di arrivisti e interessati solo ai soldi ne abbiamo avuti già fin troppi, sia tra i medici che tra i pazienti sostenitori: attenti perché stavolta siamo più esperti su questo.
Link al blog

martedì 24 giugno 2014

STAMINA VISTA DA UN GENITORE

Potete dire quello che volete; io non ho approfondito la metodica di Stamina quindi non potrò validamente oppormi alle vostre obiezioni; ma dico: le testimonianze qualche minimo peso l'avranno, certo non scientifico, lo so. Lo dico io stesso ogni giorno, ci vuole il metodo scientifico per dimostrare qualcosa in medicina. Ma qui stiamo parlando non di persone che si sentono migliorate dopo aver fatto una bella lista di cure differenti (farmaci, pta, diete, integratori, flebo di vario tipo e addirittura clisteri) partendo comunque da forme di malattia poco aggressive; stiamo parlando di persone, genitori, che osservano dall'esterno i miglioramenti dei loro figli che sono in stato gravissimo di salute e che non hanno alcuna terapia sostitutiva; può bastare per promuovere alla massima velocità uno studio serio sul metodo che viene usato? possiamo dargli il beneficio di inventario e facilitare la cura Stamina come terapia compassionevole e nel frattempo studiarla il più velocemente possibile? chiedo troppo?

Di Paolo Rocchi, Papà di Jack:

"Jack sta bene ed anche molto. Lo so senza vederlo. Lo so talmente bene che sto bene, molto bene . lo so attraverso il telefono.
Lo so dalla prova scientifica più potente del mondo:
IL TONO DELLA MAMMA.
Dopo 3 parole capisco subito come sta Jack.
Siamo tutti un po bimbo-patici ma le mamme lo sono in modo simbiotico.
Immaginatevi che cosa ho visto nelle anime delle mamme che hanno trattato i bi...
mbi con Stamina. Bimbi che hanno avuto questi gravi effetti collaterali: Meno sofferenza, comparsa di denti, movimenti degli arti, aumento della percezione di se, bambini che si sono rimessi a mangiare, non più necessario l'ossigeno, miglioramento incredibile della saturazione, scomparsa di crisi, scomparsa totale di crisi epilettiche, bimbi che stanno seduti, bimbi che non piangono o piangono meno, bimbi che dormono sereni, bimbi che si mettono ad andare di corpo, bimbi che deglutiscono.
E SOPRATUTTO BIMBI DESTINATI A MORIRE CHE RIMANGONO VIVI ED ANZICHE' PEGGIORARE PER LA MALATTIA AD ESITO INFAUSTO SI METTONO A MIGLIORARE E LA MALATTIA SI FERMA.
Aspetta che ci penso seriamente.............
Anche se mi impegno non riesco a ricordare un minimo effetto collaterale. Dico davvero. Nessuno-zero-niente."


Grazie Paolo.

 

domenica 15 giugno 2014

DUE TWEET DI PAOLO ZAMBONI

Sono apparsi in rete qualche giorno fa due Tweet del Prof Zamboni che si riferiscono ad un importante studio; due Tweet dove non si va a spiegare nulla, viene dato un distillato invece, due frasi sintetiche per farci cogliere uno spunto; chi vuole potrà collegarsi al link e leggersi tutto, difficile però farlo perché questo lavoro non è il nostro; il nostro è stare con le “antenne” alzate e cogliere i distillati di novità, gli scalini che vengono scolpiti nel duro marmo della scienza medica, che resistono all’inutile scivolio delle varie mode transitorie fatte di tonnellate di integratori e liquami vari, più o meno naturali, che nulla scolpiscono e nulla corrodono; fatte, ancora, di alimentazioni miracolose o credute tali senza pensare ai lunghi momenti di tregua che questa camaleontica malattia concede senza per questo che sia in nulla condizionata da qualsivoglia alimento più o meno naturale. Del resto sovente vediamo la povertà e la scarsità di qualità nelle fonti che ci vengono riportate per supportare tali frontiere della scienza medica, spesso riversate in quintali di post e pubblicazioni a ripetizione quasi ossessiva. Qui invece, nei Tweet  Zamboniani recenti abbiamo solo due sintetiche frasette. Apparentemente innocue e passate quasi inosservate; ma quale varco aprono invece! Quale accensione di pensieri dovrebbero provocare nelle nostre menti a tal punto da spazzare via le nebbie quotidiane e fare luce su ciò che conta in questa questione. Ma non voglio spiegarli io; penso che il mio/vostro compito sia soprattutto quello di sottoporre alla giusta attenzione ciò che veramente conta. Il resto, il capire, il dare importanza a ciò che è essenziale, lo lascio fare a ciascuno di voi come lo posso fare io.
“Il flusso sanguigno letteralmente parla ai neuroni regolando la normale funzione del cervello” (P.Zamboni)
“La Scienza si appresta a salpare dalle teorie neuro centriche della neurodegenerazione?” (P.Zamboni)

Buona riflessione a tutti!
 
 

mercoledì 11 giugno 2014

CHI PRENDE E CHI PAGA

Due parole riguardo all'articolo "Salute: il rapporto tra medici e case farmaceutiche" uscito su Neurology Clinical Practice e riportato da Alessandro Rasman su Mediterranews.
Apprezzo più il suo commento, che vi invito a leggere, che non il significato dell'articolo stesso. Quanti neurologi avranno preso soldi? Ma visto che il neurologo è un professionista che può anche essere lecitamente pagato per consulenze, mi chiedo: quanti neurologi hanno mutato il loro convincimento e quindi la loro scelta di cura per il paziente grazie alle elargizioni monetarie delle case farmaceutiche? Io credo molti. E qui sta il dolo. Ed è per questo che è, e sarà sempre molto difficile se non impossibile, provare legalmente il condizionamento economico. Ma non c'è solo la dazione di denaro o di altri favori materiali; c'è anche il fenomeno che io chiamo "la cascata", cioè l'allineamento totale dei medici giovani a quello che impone il primario per paura di avere la carriera stroncata senza per questo che abbiano mai, loro, ricevuto denari. Quindi rimarremo con la domanda di Rasman orfana di una risposta che possa avere qualche risvolto pratico (legale). Ma eticamente sappiamo bene che purtroppo è così. E lo sa molto bene anche la più grande delle associazioni che si occupa di Sclerosi Multipla, l'Aism; ne conosce molto bene il meccanismo. Quindi mi sta bene dialogare con i neurologi, sono medici e si occupano professionalmente della malattia che seguiamo anche noi: non possiamo non dialogare con loro, a volte anche in modo molto tumultuoso. Ma con una associazione come Aism no. Hanno fatto di tutto per distruggere ogni visione contrastante con quella delle case farmaceutiche mettendo in campo una forza economica e mediatica imponente. Allora che stesse fuori, per me non c'è dialogo, c'è la sua dissoluzione così come è oggi: questa è sempre stata la mia convinzione e tutt'ora lo è; e non tiratemi fuori che Aism è utile per tante cose: dovrebbe essere lo stato a farlo e non una associazione privata. Quindi chi prende i soldi? Non lo sappiamo. C'è solo una certezza, sempre e comunque quella: la certezza di chi paga.

Salute: il rapporto tra medici e case farmaceutiche

giovedì 5 giugno 2014

CONVEGNI SCIENTIFICI E MOMENTI ASSOCIATIVI

Mi domando quando la finiremo di vedere dei convegni associativi, fatti soprattutto per fini elettorali, confusi con convegni ad alta caratura scientifica. Basta, non se ne può più. Allora ci viene da criticare, da commentare negativamente. Ma non con tutti si può fare. Ci sono alcuni soggetti che nemmeno nel profondo buco di un forum riescono a dialogare serenamente. Solo litigio, rabbia e spocchia. Ma soprattutto grave pregiudizio informativo per i pazienti. Per questo ritengo che siamo sulla giusta strada e l'opera di arginamento che stiamo facendo sia doverosa soprattutto per i malati. Spiace veramente tanto comunque, ma il "laicismo" predicato in realtà rivela una chiara affiliazione e sottomissione culturale e associativa a chi comanda e decide ciò che va detto e ciò che va boicottato. Ribadisco fermamente che noi non siamo imbeccati da nessuno e sfido chiunque a provare il contrario; certo, abbiamo scelto la nostra linea e la stiamo chiaramente portando avanti. Senza sconti per nessuno, specie per chi cerchiamo di sostenere. Non so come ci si permette di dire che "sappiamo benissimo quello che scrivono sui vari blog e delle prediche e sermoni commissionati": ma commissionati da chi? fate i nomi se ne avete coraggio; portate fatti e non chiacchere. Ho scelto appositamente io stesso di non far nomi questa volta, di parlare a chi può ben intendere e mi scuseranno coloro che si trovano spaesati avendo ben ragione nel biasimare tal mio scritto; ma ho scelto così per non creare pubblicità e ascolto: sarebbe maggior danno della cura. Quindi coloro che non capiscono stiano tranquilli: i nostri avversari sono sempre quelli della prima ora, l'Aism prima di tutto che non vedrete mai accompagnata con uno dei suoi rappresentanti in qualche nostro evento perché quei signori hanno una gravissima responsabilità e non si dialoga con chi ti vuole "eliminare" con così grande determinazione. Basta vedere il fallimento di due recenti convegni dove era stata invitata la rappresentante di quella associazione: un nulla di fatto, con il rammarico di non aver detto quello che si doveva dire. Lasciamo quindi i convegni scientifici a coloro che sanno e devono organizzarli e magari non disprezziamo i momenti associativi in cui ci si ritrova per scambiarsi le proprie esperienze e per passare una bella giornata assieme: forse questi hanno molta più importanza per i pazienti.